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La Storia

Dopo la proclamazione del Regno d’Italia, uno degli obiettivi che il nuovo governo intendeva raggiungere fu quello di sconfiggere l’analfabetismo che in Sicilia sfiorava la percentuale del 90%. Dal 1861, dunque, su invito del Governo, ad Agrigento furono fondate numerose scuole pubbliche. Nel gennaio 1862 si aprì il ginnasio, provvisoriamente nel Palazzo Vescovile; un anno dopo le scuole serali. Il 9 maggio 1864, si legge nelle memorie storiche agrigentine del Picone, il direttore delle scuole normali avvisava il Consiglio dell’apertura delle scuole preparatorie e gli chiedeva un sussidio per le orfanelle recluse nell’orfanotrofio cheerano state invitate ad istruirsi. Non esiste un  documento che ufficializzi la data d’apertura delle scuole “Normali “ ma si può facilmente dedurre che ciò avvenne nel 1863. Le scuole Normali “ femminili o “Istituti Normali “ si chiamarono così perché ubbidivano alle nuove norme pedagogiche predisposte per l’abilitazione
all’insegnamento. Fondate per la prima volta dal pedagogista Gianagostino De Cosmi (figlio di una siciliana e di un genovese) su incarico del re Ferdinando nel 1788, tali scuole attuarono una riforma scolastica che rappresentava un’ardita innovazione in rapporto ai criteri pedagogici del tempo. Gli allievi del suo istituto prima di iniziare l’insegnamento al quale erano preparati, dovevano superare un esame per dimostrare la conoscenza del metodo didattico non solo teoricamente, ma soprattutto praticamente. Tale procedimento riconosceva l’importanza della preparazione dei docenti e si può affermare che iniziasse in Italia la soluzione pratica dell’istruzione magistrale. Dopo la pubblicazione della legge del luglio 1866 che prevedeva la soppressione degli ordini religiosi e comportava la confisca dei beni e il loro impiego ovvero la vendita in favore dello Stato, numerosi fabbricati furono utilizzati per ospedali, carceri, caserme, tribunali e scuole. Fu così che sia il Ginnasio- Liceo sia l’Istituto tecnico “Nicolò Gallo” e la “Regia scuola normale” ebbero come sede l’ex convento di San Francesco d’Assisi, risalente al XIV secolo e di cui faceva parte il portale ancora oggi esistente. Accanto in una cappella sorse un piccolo museo in cui furono sistemate le opere d’arte di R. Politi cui la “Regia scuola normale “ fu intitolata. Raffaello Politi, siracusano, (2 sett. 1783- 10 ott. 1870) influì potentemente a diffondere il gusto delle belle arti nella nostra città. Egregio incisore a contorni, valente ritrattista, famoso copista dei capolavori della pittura inondò Girgenti e i comuni della nostra provincia di un numero infinito di sue pitture. Ma egli fu anche archeologo e fine ed elegante architetto (Porta di ponte, Circolo empedocleo), numismatico, scrittore e poeta. La scuola, divisa in scuola preparatoria e scuola normale della durata di tre anni ciascuna, come si evince da un vecchio registro dei verbali del 1893-94, prevedeva lo studio delle seguenti discipline:
• Lingue e lettere italiane
• Pedagogia e Morale
• Storia e Geografia
• Disegno
• Calligrafia
• Lavori domestici
• Canto corale
• Ginnastica.
Poiché si riteneva che l’istruzione si dovesse accompagnare all’educazione in quanto non bisognava prendersi cura solo della mente, ma anche del cuore, dato che il costume e le virtù dell’anima sono sorgenti del benessere sociale, s’insegnavano anche le “discipline morali “.
Nel 1923 a seguito della riforma attuata dal Ministro Gentile, la “ Regia scuola normale” divenne “ Regio Istituto Magistrale il cui corso di studi prevedeva quattro classi inferiori e tre superiori. Il 20 Marzo del 1927 fu inaugurato il mezzo busto in marmo di R. Politi, opera dello scultore Condorelli, opera eretta con il contributo di una pubblica sottoscrizione per merito del Preside cav. Pietro Cannarella. Il 12 luglio 1943 l’Istituto Magistrale fu distrutto da quell’inutile bombardamento che si abbatté sulla nostra città. In quell’occasione vi perirono il prof. Salvatore Contrino, titolare della cattedra di Merceologia e Scienze naturali nonché Vicepreside dell’Istituto ed il Preside Beniamino Sciascia che si erano recati a scuola, lasciando il rifugio, per mettere al sicuro i documenti più importanti. Il 9 novembre 2001, in memoria di così nobile gesto, si è avuta la cerimonia d’intitolazione rispettivamente dell’Aula Magna al Preside Sciascia e del gabinetto di Fisica al Vicepreside Contrino. Da quel tragico giorno la sede continuò ad essere ubicata in Via Pirandello ma in locali davvero fatiscenti. Completato nel 1949 l’edificio in Via Acrone fu in un primo tempo assegnato alla scuola Media L. Pirandello soltanto (attualmente occupa il terzo e il quarto piano). La Preside M. Cottalorda riuscì però ad ottenerne la metà dei locali che, fin dai primi anni cinquanta ai nostri giorni ospitano l’Istituto Magistrale R. Politi. Dall’anno scolastico 2001-02 il Magistrale tradizionale non esiste più, sostituito ormai completamente dal Liceo Socio-Psico-Pedagogico: una nuova scuola al passo con i tempi per formare giovani, generazioni d’insegnanti ancora più preparati e completi sotto il profilo culturale ed umano. Dall’anno 2004-05 il Liceo “R. Politi” diventa polivalente incorporando anche il Liceo Scientifico tradizionale.

CHI È RAFFAELLO POLITI
Raffaello Politi nasce a Siracusa il 2 settembre 1783. Dal padre apprende l’arte del dipingere come quella della recitazione. È sempre il padre che rafforza in lui l’amore per le arti figurative, che lo spinge ad apprendere l’arte della scultura e che lo avvia alle attività teatrali. A partire dal 1797, quando il vescovo di Siracusa gli dà l’incarico di copiare un quadro di Correggio (o del Caravaggio), il Politi si dedica a riprodurre quadri di autori famosi che si diffondono a Girgenti e nella provincia. Quindi, dopo il matrimonio con Laura Jacono, comincia a dedicarsi alla ritrattistica guadagnando presto fama e ricchezze. A 26 anni si trasferisce ad Agrigento dando inizio ad una attività intensa come pittore, copista e ritrattista. E’ lui che dipinge il riuscito quadro di “S. Francesco alle stimmate”, la volta della Chiesa Madre di Siciliana ed altri pregiati monumenti. Tra i ritratti, il più noto è quello di Giuseppe Meli su cui è fiorita una sorta di leggenda. Per la gente di Girgenti Politi possiede la mirabile arte di usare il pennello, perciò nelle occasioni di spicco è sempre lui ad operare. Sensibile al bello il Politi si dedica anche alla poesia che poi abbandona quasi del tutto. Se non scrive più poesie scrive saggi di vario argomento: di archeologia, di teatro, di pittura, di estetica, ma anche di viva attualità. Per l’interesse, l’amore e la conoscenza dei reperti archeologici presenti nella Valle dei templi è nominato:” regio custode delle Antichità Agrigentine”. Egli descrive e commenta le immagini disegnate sui vasi di sua conoscenza e ne fa opuscoletti. Nella “Guida d’Italia” è annoverato tra i tre grandi pittori allora viventi in Sicilia; è posto accanto al pittore palermitano Patania e al pittore palermitano d’indirizzo neoclassico Lo Forte. Il Politi collabora a diversi giornali, scrive su La Concordie di Palermo e su Lucifero di Napoli. Per l’interesse dimostrato verso il miglioramento delle condizioni socio-economiche di Agrigento è nominato presidente della Società Economica di Girgenti. Stabilisce anche contatti culturali con Domenico Lo Faso, presidente della Commissione di Antichità e Belle Arti, con il Principe di Trabia; con lo scultore Villareale ecc.
Dopo una vita trascorsa intensamente all’insegna della cultura e del bello, il Politi muore nel 1865. Nel 1889 al Politi sarà intitolata, per effetto di una deliberazione della giunta comunale del 24 febbraio 1889 (su richiesta della Prof. ssa Amelia Catani Agozzino per la quale ogni istituto doveva prendere il nome di un insigne cittadino, distintosi nel campo delle arti, delle lettere e delle scienze), la Scuola Normale, poi Istituto Magistrale e oggi Liceo Pedagogico e Scientifico.

La Storia della scuola

La nostra Istituzione Scolastica è stata costituita grazie ad un apposito decreto degli organi competenti in materia. Di seguito alcuni momenti importanti, rappresentati tramite timeline, delle nostre attività più recenti.